Non sono pazza, sono solo vecchia. Faccio questa affermazione per farmi coraggio…Mi trovo in un campo di concentramento per vecchi, un posto dove la gente scarica i genitori o i parenti proprio come se si trattasse di un bidone dell’immondizia
Inizia così Vi prego, cercate di capire di Mary Starton, un nuovo e piccolo gioiello pubblicato da Astoria.
La protagonista, Caro, è un’insegnante di matematica in pensione. A 76 anni ha avuto un infarto e il fratello, sposato ad una giovane donna, dopo averla ospitata per un breve periodo a casa sua, decide di trasferirla in una casa di riposo privata, in aperta campagna. La convivenza non aveva fatto altro che accentuare le differenze tra lei e la cognata, i cui soli interessi sono “il pettegolezzo maligno, il bridge e provare ricette nuove” ma sfortunatamente , per Caro, non è una cuoca nata.
La casa di riposo è una piccola fattoria “che sembra sprofondata a poco a poco nel fango”. L’impatto appena entrati non è certo dei migliori: uno stanzone, con 4 o 5 letti, luci spente, seggiole su cui sono seduti dei vecchi. Lo shock per Caro è inevitabile ma a darle sollievo c’è che una stanza privata è stata preparata per la Signorina Spencer. Così, da quel momento, verrà chiamata da Harriet, la titolare de I Due Olmi, e la figlia Rose.
Nella sua camera Caro trascorre molto tempo. Distesa sul letto, prega
ho recitato il Padre Nostro tre volte. Non credo che questa preghiera arrivi alle orecchie della Persona cui è indirizzata, però la trovo rassicurante, come un talismano, qualcosa cui aggrapparsi.
e inizia a ragionare sulla vecchiaia
la vecchiaia, dicono, è un graduale arrendersi. Però è strano quando succede tutto di colpo.
E’ un’acuta osservatrice e i suoi giudizi sulle persone sono profondi e inclementi.
Chissà se una persona che ha un potere assoluto sugli altri diventa sempre malvagia, o no. Cerco di separare quel che Harriet è diventata da quello che magari era diversi anni fa.
I parenti non reggono a lungo il decadimento del luogo, delle persone
La gente arriva, piena di brio, portando stecche di sigarette o una rivista, ma dopo circa cinque minuti comincia a spegnersi.
Anche su di sé
Sono una snob. Sono andata al college, ho insegnato a scuola per quarant’anni, vengo da una famiglia nobile Quasi tutti gli altri che sono qui erano lavoratori manuali. Tolto il lavoro, sono privi di risorse.
Fa amicizia con Standish, un vecchio agricoltore sordo e costretto a letto, praticamente abbandonato dalla famiglia e vittima delle angherie delle padrone di casa. Gli piace perché è ancora padrone di sé stesso, rifiuta il cibo come se stesse cercando di morire di inedia ma allo stesso tempo è tenuto in vita da una rabbia profonda e nascosta. A differenza di Caro che utilizza la lucidità per cercarsi vie di fuga che non siano il suicidio. Si osserva allo specchio, si vede strana e sciupata, conclude che è tempo sprecato e rivolta lo specchio al muro.
Con altrettanta profondità osserva la natura che le dà sollievo
Oggi ho visto il sole sorgere, una pacifica esplosione di luce attraverso il campo velato di nebbia…Mi sono sentita invadere dalla gioia, come se una tenebra interiore si fosse finalmente smaltita come un veleno. Forse è stato riprendere possesso di me stessa centimetro dopo centimetro, tenendo alla larga la rabbia. Nei primi giorni stavo malissimo per la paura e il disgusto. E, stranamente, avevo ancora speranza. Quando la speranza mi ha abbandonato ho cominciato un percorso all’indietro, ho preso la strada verso il nucleo interno al sé che l’ambiente non può cambiare o avvelenare. Sono di nuovo me stessa.
Annota tutto quel che accade fuori e dentro di sé in un diario che chiama Il Libro della Morta.
Voglio essere pronta, voglio aver raccolto e riordinato tutto, come se mi stessi preparando per un gran viaggio finale. Ho intenzione di restare integra in questo inferno. E’ lo scopo che mi attende. Quindi in un certo senso questo cammino dentro di me e nel passato è come una mappa, la mappa del mio mondo.
Accadranno molte cose che cambieranno la condizione di Cora: incontri con nuove persone, affetti, anche un lento arrendersi fisicamente alla sua condizione. Ad un certo punto si farà strada in lei un pensiero, un comando da un punto profondo
in cui arde ancora il fuoco , sia pure solo il fuoco della rabbia e del disgusto
cita a questo proposito un verso di Dylan Thomas
Non andartene docile in quella buona notte
ed escogita la via di fuga: un atto estremo che ridia la libertà a lei e a chi come lei condivide e subisce, meno consapevolmente, quella condizione.
E’ un libro straziante, intensissimo pur nella brevità. Riprende i temi che hanno caratterizzato la scrittura della Sarton: solitudine, relazioni, disciplina integrità. A questo proposito è interessante ascoltare lei stessa raccontarsi in “World of Light: A Portrait of May Sarton” un documentario del 1979 girato nella sua casa del Maine.
Averlo letto ieri e scriverne oggi, 10 ottobre, vuol essere per me anche un modo per celebrare la Giornata Mondiale della Salute Mentale Quest’anno il tema scelto è il suicidio. La Giornata, nella quale terminerà la World Suicide Prevention Day, indetta dall’Oms lo scorso 10 settembre, invita a fermarsi per 40 secondi e fare qualcosa, scrivere, condividere un’idea, un pensiero in grado di sensibilizzare.