Non è un villaggio turistico per occidentali dedicato allo yoga, ma un villaggio cinese da cui molti giovani se ne sono andati lasciando anziani , spesso malati e stanchi. Il funzionario responsabile del villaggio, osservando una anziana donna seduta a gambe incrociate su un letto di pietra molto diffuso nelle campagne, ha avuto l’illuminazione: lo yoga poteva essere la soluzione, e forse una risorsa economica.
Il villaggio è molto isolato, la prima stazione ferroviaria è a due ore di distanza, Internet è disponibile da soli due anni. I residenti hanno un’età media di 65 anni, sono per lo più agricoltori e allevatori ma tutto questo consente loro di sopravvivere. Come molti altri anziani che vivono in zone rurali (circa 50 milioni) sono un problema per il Paese che il Partito al potere sta cercando di affrontare per arginare povertà e depressione.
Di yoga non avevano mai sentito parlare, temevano si trattasse di un culto. Del resto lo stesso Lu, il segretario di partito, non lo aveva mai praticato. E così dopo aver seguito corsi in Internet ha comprato tappetini e guanti per attirarli. Ha insegnato loro la respirazione attraverso il canto e alcune asana di partenza a gambe incrociate. A poco a poco le persone che seguono i corsi sono aumentate, lui stesso ha seguito un corso sponsorizzato dal Governo. E’ uno yoga “con caratteristiche cinesi” perché il Governo scoraggia e sopprime la spiritualità e la meditazione, una versione demistificata e molto localistica. E nel 2017 il piccolo villaggio di Yugouliang ha ottenuto il riconoscimento ufficiale di primo Yoga Village. Gli anziani, incoraggiati da Lu, hanno partecipato ad una gara a Shijiazhuang e hanno ottenuto un premio come migliore squadra collettiva.
Tutto questo naturalmente è stato sfruttato a scopo propagandistico e di fatto ha portato nelle casse del villaggio 2 milioni di dollari per la costruzione di una casa di riposo, di un bellissimo padiglione per lo yoga con pareti in vetro che consentirà agli abitanti del villaggio di praticare durante tutto l’anno.
La speranza è che tutto questo abbia un ritorno dal punto di vista turistico ma le probabilità sono scarse vista la difficoltà a raggiungere il villaggio e l’assenza di attrazioni, ma per Lu la visione è ottimistica: si sono ridotte comunque le spese mediche.
Sono 36 gli anziani che praticano regolarmente. Molti praticano alle 5.30 di mattina, poi lasciano pascolare le loro mucche e le loro pecore prima dell’alba, seguite da colazione, agricoltura, pranzo, riposo, agricoltura, yoga serale alle 17.30, poi cena. Chi era sovrappeso è dimagrito, chi soffriva di artrosi non prende più antidolorifici. Sono tornati a sorridere nonostante una recente siccità li abbia ulteriormente impoveriti.
Anche Lu sorride. Vuole trasformare Yugouliang in un centro di formazione yoga per gli agricoltori di tutta la Cina. E’ sicuro che tutto questo alla fine porterà turisti. Anche tra le povere case di fango senza servizi igienici. E’ il suo sogno. Ma i sogni si sa aiutano a vivere meglio. Come lo yoga.