Non conoscevo la vicenda di Folke Bernadotte, diplomatico svedese, e degli “Autobus Bianchi” messi a disposizione dal governo del suo paese per salvare dai campi di concentramento tedeschi prigionieri svedesi, ebrei ma anche poliziotti danesi e membri della resistenza norvegese e vittime del programma tedesco di sparizioni programmate Notte e nebbia. Alla fine del programma, 15.345 prigionieri vennero recuperati tra gravi rischi per gli operatori, tutti volontari : 7.795 erano scandinavi e 7.550 non-scandinavi (polacchi, francesi e di altre nazionalità). Tra loro 423 ebrei danesi evacuati dal campo di Theresienstadt e norvegesi detenuti a Sachsenhausen.
E’ una vicenda complessa di cui in molti si sono occupati soprattutto fuori dall’Italia. Nel nostro paese è stata raccontata sotto forma di romanzo da Giulio Massobrio in Autobus Bianchi, pubblicato da Bompiani, ed è leggendolo che ne sono venuta a conoscenza. Il libro sta a metà tra il thriller e il documento, ed è scritto in modo così avvincente, complesso, forte da avermi fatto dimenticare spesso di essere stato scritto da un italiano. Può essere considerata a tutti gli effetti una spy story che partendo da Roma attraversa tutta l’Europa ed è narrata con una lucidità tale da confondere verosimiglianza e verità.
Alla fine del testo una bibliografia dettagliata riporta suggerimenti che aiutano a ricondurre la vicenda a quella tragica verità storica a cui in molti, troppi non riuscirono a sfuggire.
Notte e nebbia è anche il titolo di un documentario realizzato da Alain Resnais per documentare l’Olocausto e presentato al pubblico nel 1956 in cui si alternano documenti originali e immagini del campo di Auschwitz come si presentò al regista. Alcune scene furono tagliate perché ritenute troppo impressionanti dalla censura francese.
Per pura coincidenza ne io appena letto ma in questo momento non riesco a ricordarmi dove. Il libro mi interessa, grazie per la segnalazione.
È faticoso ma certo ben scritto. Io non sono più tornata su Eccomi. Sto divorando La luce dei giorni di McInerney, sempre Bonpiani.