Grazie Astoria! grazie per i tuoi piccoli ma preziosi libri. Vengo da tre settimane di convalescenza (me restano almeno altrettanto: editori fattevi avanti se volete recensioni) durante le quali ho letto molto. Cosa? In ordine sparso: il secondo volume della Saga dei Cazalet , La lettera di Kathryn Hughes , La prima verità di Simona Vinci , Eccomi di Jonathan Safran Froer , e altro che ora non ricordo. Tutti, e ciascuno a modo loro, parlano di amore. Poi finalmente ho iniziato Questa cosa bizzarra che si chiama amore di Elke Hiedenreich e Bernard Schroeder e finalmente mi sono anche divertita.
Dico anche perché il romanzo naturalmente è molto di più del ritratto semiserio di una coppia di una certa età, più vicina alla mia di quella dei protagonisti degli altri libri. Intanto è scritto a capitoli in cui, alternandosi, Lore e Harry, come in un contraddittorio, danno la propria versione dei fatti. E’ realistico e commovente, a tratti autobiografico. Dico così perché sono bibliotecaria come Lore, la protagonista: anch’io come lei leggo molto, vorrei che tutti leggessero, mi occupo di presentazioni di libri. A differenza di Lore non temo la pensione, anzi sono tra quelli che ci andrebbero da…diciamo ora. A differenza di Lore non ho un giardino, e quindi un marito che se ne occupi o che giochi a golf. Anche il mio non legge molto ma non per scelta, per mancanza di tempo, e si illude di farlo girandosi tra le mani quelli che settimanalmente compro. Non gioca a golf ma la domenica va allo stadio.Abbiamo però come tante coppie, e come Lore e Harry, spazi privati anche mentali, figli che abbiamo educato diversamente da come siamo stati educati noi e che da noi vogliono essere diversi (senza gli eccessi di Gloria, la loro figlia, per fortuna), malinconie, amarezze. E anche risate, in cui credo molto come collante per una coppia che voglia durare. Risate per lo più su se stessi, autoironia quindi come terapia di coppia, per accettare le imperfezioni, eventualmente correggerle, superare la vergogna per il corpo che cambia, per ridimensionare quel po’ che si perde nel vivere insieme. E che ci si ritrova alla fine un matrimonio, e di cui spesso ci si accorge solo quando la fine arriva per cause naturali. Come nel caso dei protagonisti del romanzo. Il che mi fa pensare che sia con un po’ di rimpianto che gli autori abbiano deciso di scrivere questo romanzo scritto a 4 mani, dopo un matrimonio durato 20 anni. Perché hanno tratto spunto per il titolo originale Alte Liebe da un poverbio tedesco che dice: una vecchia fiamma non muore mai.
Questo mi incuriosisce e Astoria mi ha già dato delle belle soddisfazioni. Ho finito il terzo dei Cazalet e dopo un avvio piuttosto faticoso le vicende mi hanno catturato nuovamente (la prima parte a mio parere soffre di un’eccessiva frammentarietà). Safran Froer l’ho già pronto sul Kindle, che mi dici in proposito? buona convalescenza 🙂
Che dire di Eccomi? Alcune riflessioni sono molto acute e profonde, come è tipico nel modo di ragionare ebraico. A volte lo trovo claustrofobico. Sorvolo sulle frasi volgari o erotiche che ci vuole un po’ a capire che hanno un senso nell”economia della vicenda. Si legge ma ho sentito il bisogno di staccarmene, almeno per un po’. Sono passata a Ultime conversazioni di Papa Benedetto XVI. Astoria si, non delude.
In generale non sono una affezionata di Safran Froer e già in passato non mi ha entusiasmato a 360 gradi ma tenterò 🙂 grazie
Non conosco, ma mi sembra interessante. Spero che la convalescenza abbia esiti positivi
Dal punto di vista culturale più che positivo. Per il resto ti saprò dire 😉