La storia è sempre quella, ma riscritta in fashion style. La Cenerentola di Steven Guarnaccia ha le sembianze di Twiggy, risponde cioè ai canoni della bellezza del xx e del XXI secolo. Capelli corti, munita di aspirapolvere, veste poveramente ma la sua tunica ha toppe nel classico tessuto a scacchi di Burberry, lo stampato Mondrian di YSL, il motivo anni ’30 di Sonia Delaunay; quello leopardato di Dior degli anni ’50 e il pied-de-poule di De Pinna del 1885. Ai piedi “scarpa auto da corsa” disegnata Katharina Denziger (1965) per Herbert Levine, ora esposta al MET di New York.
Non ha la fata madrina ma il mago padrino con le sembianze di Karl Lagerfeld, che la sera del ballo al castello le fa provare diversi abiti, tutti naturalmente esclusivi.
Un abito di carta “souper dress“, ispirato alla Campbell’s soup di Andy Warhol (1966-1967) e messo in vendita dalla stessa compagnia (se ne trova uno su ebay per 2.399 $)

l’abito creato da
Yamamoto per il tour
Aladdin Sane di
David Bowie (1973)
un abito sportivo creato da Varvara Stepanova, artista russa, nel 1923
l’abito “Tributo a Wesselman” creato da Yves Saint Laurent nel 1966 per omaggiare il pittore americano autore di
celebri nudi pop.

La scelta finale cadrà su un abito di
Vivienne Westwood ispirato alla
Statua della libertà creato da Vivienne nel 1988. Un abito decisamente da sera e destinato ad una principessa, con corsetto in pelle argentata e lamè e una gonna a balze di tulle bianco. Ai piedi sandali in
PVC di
Miuccia Prada (2010).

E la matrigna e le sorelle? sempre i soliti mostri, per nulla migliorate dagli abiti esclusivi: abito
Barbaresque di
YSL (1959) , cappotto di velluto rosso di
Jean-Philippe Worth (1910), abito
Pink Corset di
Jean Paul Gautier (2010), cappotto in
Marabu di
Givency (anni ’70).
E il Principe? un tipino carino anche se dall’aspetto po’ demodé per la Cenerentola Twiggy di questa versione della favola. Ma chic e sofisticato, come si addice ad un principe. E in fondo, al di là dell’aspetto, alla moda, perché come capita sempre più di recente, sposa una “commoner”. E forse sta qui la sola variante al finale tradizionale, perché le “commoner” che sposano principi, nella realtà, sono tutt’altro che povere…
Il libro Cenerentola, una favola alla moda è pubblicato in Italia da Corraini Edizioni.
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