Il Turtle Neck o se preferite il Dolcevita è tra i Must Have per il prossimo autunno inverno: nulla di nuovo come spesso accade. Evviva! Anche se riproposto in tante versioni il mio Must rimane semplice, essenziale. Blu notte, nero o in colori naturali. Bianco un po’ meno. Ho una foto di me, risalente al 1965, in cui affronto il primo giorno di scuola con scamiciato di velluto a coste e collo alto bianco: quando mi guardo oscillo tra l’avvilimento e la commozione e tant’è certi dettagli infantili e apparentemente irrilevanti lasciano il segno.
L’ho portato negli anni ’70, del resto era il trend, sdoganato nella moda donna dal femminismo, un po’ meno negli ’80. Dai ’90 in poi non ho più smesso. Condizionata forse anche dalle mie Style Icons che lo hanno indossato con naturalezza e una certa autorevolezza, su tutte Jackie Bouvier Kennedy Onassis. Lei, Jackie, mito assoluto. Lo ha portato con tutto: jeans, cappotto, trench rendendolo un capo iconico, irrinunciabile.
E una ragione c’è se preferisco l’inglese Turtle Neck, al più comune per noi Dolcevita. Offre protezione non solo dal freddo: è una sorta di guscio in cui ritrarsi, nascondersi. A volte me lo tiro su, su fino sul mento. Oppure ci infilo i capelli, in un’estrema ricerca di calore e ordine. Per quelle della mia età anche un sollievo, se si soffre di cervicale o se il collo ci tradisce.
Tutti atteggiamenti Man Repeller, secondo alcuni. Ciò nonostante, grazie Turtle! Per dirla alla Annie, Annie Hall, da sempre tra i miei personaggi preferiti:
Adoro essere ridotta ad uno stereotipo culturale 😉
Il sangue non è acqua…evviva il turtle neck e mai il tailleur! Un bacio
Stefania
eh, son robe di famiglia…baci
Perfetto per la cervicale. Io lo porto