Tranquilli, non è l’ennesima analisi de I Pastori. Non è settembre! Anche se…Per il “migrare” a cui mi riferisco è sempre tempo, anzi…ora lo è ancora di più. Si ritorna ad emigrare da ogni parte del mondo per ogni parte del mondo: lo si fa per le guerre e per la povertà che ne consegue, per l’instabilità economica dei mercati, lo si fa ancora per amore. Lo fanno i giovani per studio e lo rifanno per cercare lavoro. Ed è proprio dedicata a loro una collezione di “sedute” dal titolo The Migration Stories di Bokja Design (Beirut) che esprime il senso del “far su tutto” e cercarsi e creare un proprio posto nel mondo, lontano dalla famiglia, dal paese in cui è nati e vissuti. Collezione che fu presentata lo scorso al Salone del Mobile di Milano in una installazione realizzata con muri sbiancati a rappresentare frontiere che scompaiono e beni fatti di speranze e sogni, divani e poltrone ricoperti con tessuti ricamati e ruvidi per raccontare le emozioni e la durezza delle storie dei poveri migranti.
http://issuu.com/bokja/docs/migrationstories
Quest’anno si ripresentano con una nuova collezione dal titolo Good Things, 28 nuovi pezzi di mobili e accessori, divani, poltrone, pouf, panche, piatti…: un’improvvisa ventata di ottimismo e gioia di vivere dopo un anno che per loro è stato incredibile ed emozionante.
Per anni hanno utilizzato tessuti provenienti da tutto il mondo, ogni pezzo portava con sé storie e ricordi di un altro tempo e luogo: quest’anno realizzato i tessuti nel loro atelier. Il che dovrebbe evocare una sensazione familiare e rassicurante e nello stesso tempo un invito a godere dei piaceri dell’esistenza, a vagabondare liberi, nella speranza di riuscire a catturare il meglio e a godersi il viaggio su questa terra, sempre in movimento. Insomma l’antico Carpe Diem, tradotto nella collezione di piatti dal titolo “Capture the Moment”, in cui hanno rappresentato persone care, provvisori momenti di gioia in un paese eternamente in confitto.
Tornando a noi, ragazzi e no, leggiamo il bell’articolo di Beppe Severgnini apparso oggi su Il Corriere della Sera http://italians.corriere.it/ e proviamo a fare qualcosa, per evitare quando non ci sarà più tempo, il malinconico “Ah perché non son io co’ miei pastori?” di D’Annunziana memoria.