Ci sono gli “sdraiati” e i “nativi digitali” nel genere maschile https://eyesmindandhearthaboveall.wordpress.com/2013/11/13/mutazioni/. E c’è la “generazione borsetta” per quello femminile.
Da dove sia partita questa moda non so, a me ricorda con un certo orrore “le olgettine”: ragazze provviste di spalle atte a sostenere seni rifatti ma non borse a tracolla. La borsa a mano un tempo era prerogativa della signora chic che sapeva apprezzarne la fattura e l’esclusività, e la indossava con signorile non chalance. Ora è diventata un must per quasi tutte, soprattutto se è di marca molto nota e quindi molto costosa. Viene ostentata e anticipa l’arrivo della proprietaria. Che portandola ha sviluppato bicipiti ben torniti e ha poco, se non nulla, da fare. E non importa se è scomodissima. Per averla è disposta a tutto, come ci insegnano le cronache.
Ma dal sognarla all’averla il passo è tutt’altro che breve, appunto. In molte della mia età, per le ragioni più disparate, ci hanno rinunciato: prezzi immorali, giornate confuse e scomode, dolori agli avambracci e molto altro. Anche per fortuna la consapevolezza di non essere la borsa che si porta. Blue Jasmine insegna… https://eyesmindandhearthaboveall.wordpress.com/2013/12/10/balocchi-profumi-e-le-lacrime-di-jasmine/
Però una Selma di MK mi piacerebbe tanto, sebbene non abbia più l’età e l’avambraccio tonico, ma soprattutto, con due cani che tirano, ce l’avrei sempre rovesciata a terra!
piacerebbe a tutte…a me si accentua il dolore alla cervicale, tu potresti portarla quando esci senza cani 🙂