E’ al momento dell’allestimento del Presepe che finalmente sento nascere in me lo spirito del Natale. Oppure è vero che con il passare degli anni si regredisce. Comunque, da quest’anno niente albero. Troppi spostamenti, la casa trasformata in quello che non è per fare spazio. Invece il Presepe si adatta alla casa, agli spazi. Insomma, trova spazio nella vita di tutti i giorni e aggiunge commozione e meraviglia. Non risente delle mode del momento nell’home decor, semmai segna la crescita della famiglia, di una nuova famiglia. Le pecorelle sono ancora quelle di mia mamma bambina, ci sono le mie , la capanna e le statuine acquistate quando ho avuto una famiglia mia. Quelle aggiunte quando mio figlio è nato, quelle che ha scelto. E come in casa Cupiello lo faccio da sola. La palma e i Magi stanno ad Oriente e man mano che passano i giorni si avvicinano. La donnina con l’otre per l’acqua vicino al ruscello. Le pecorelle, le più vecchie e azzoppate, tenute in bilico dal muschio e dall’erba. Diciamolo almeno a casa mia sono diventata la Regina del Presepe, come il povero Luca di Natale in casa Cupiello. Poi nel periodo che precede il giorno di Natale vado a caccia di presepi, soprattutto a Genova, che dopo Napoli è la città più “presepiale”. Nelle botteghe antiquarie si trovano soprattutto statue realizzate dagli allievi di Anton Maria Maragliano e di Pasquale Navone (sec. XVII), ma anche i Macachi di produzione popolana.
Finisco il mio tour alla Butteghetta Magica che dal 1830 vende statuine, capanne, muschi, animazioni.
Lo fa in via della Maddalena, dove è esibita l’umanità più dolente. La prostituzione infatti è presente in ogni angolo, ad ogni ora: è diventato un piccolo centro di attività illecite guidato dalla malavita locale.
Mentre torno a casa alzo gli occhi verso quel poco di cielo che si vede nei carruggi. Mi dico che la stella cometa dovrebbe brillare soprattutto su questi luoghi, perchè chi ci vive possa inseguire una visione incantevole e il mondo intero dovrebbe farsi presepe. Questa Notte, la notte di Natale, andrò a Messa stringendo nella mani il mio piccolo Gesù Bambino. Poi lo metterò tra Maria e Giuseppe e accenderò finalmente la lucina. Rinasce la speranza, come ad ogni nascita di bimbo. E il Natale diventa una festa “ricordevole”, anche a casa nostra.