Il pretesto me lo dà il compleanno della mia sorellina. Per parlarvi, intendo, di un’autrice che sta tra due sorelle altrettanto note: Helen Langdon (storica dell’arte ed esperta di Caravaggio) e la scrittrice A.S. Byatt (con la quale esiste un rapporto molto complicato: non si parlano, non si leggono).
La signora in questione è Margaret Drabble, di cui la casa editrice Astoria ha pubblicato di recente Voliera estiva.
Non è il suo primo libro pubblicato in Italia (contrariamente a quando detto da Elena Stancanelli che lo ha recensito per “ D – La Repubblica delle Donne) e mi piace parlarvene perché in qualche modo si ricollega a quanto detto per Barbara Pym e le sue “donne eccellenti”.
Protagoniste sono due sorelle: Louise molto bella e sofisticata, Sarah spiritosa, intelligente e laureata a pieni voti. Mentre Louise è in viaggio di nozze Sarah lavora alla BBC e conduce una vita deprimente. Si interroga naturalmente se il matrimonio possa essere una soluzione per sfuggire al suo squallido destino. Ma al ritorno della sorella, si renderà conto che in una società che nega spazi alle donne, il matrimonio finisce con l’essere una “voliera” da cui prima o poi quasi tutti decidono di fuggire. Il tutto narrato con estrema ironia. La sorella descritta come “una bellezza da togliere il fiato, predatoria e aristocratica”, non assomiglia né a lei né alla madre “piuttosto graziosa, ma in modo tremulo”. Forse il marito la vuole “come ornamento da offrire alla pubblica ammirazione” anche se “a Louise il ruolo di secondo violino non è mai piaciuto”. Forse lo ama, ma è una spiegazione troppo ovvia per non averci pensato prima. Perciò scarta l’idea dell’amore.
In viaggio per Londra riflette sulla sua relazione interrotta, proprio quella mattina, alla Gare du Nord, perché sembrasse una decisione e non una deriva. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per regalare ore piacevoli e spunti di riflessione.
Se si considera che Margaret iniziò a scrivere (è stata anche curatrice dell’Oxford Dictionary) dopo aver interrotto la carriera d’attrice (sostituì anche Vanessa Redgrave), ne viene fuori un ritratto di donna decisamente interessante, poliedrica e autonoma, tanto da scatenare l’inferno quando affermò di “detestare gli Stati Uniti per quello che avevano fatto al resto del mondo” e decisamente critica verso la struttura prevalentemente conservatrice del suo Paese (secondo alcuni critici “per capire cosa significa vivere in Gran Bretagna bisogna leggerla”).
Vive in una casa rossa sulle collina di Hampstead Heath. E’ prevalentemente rosso anche il suo salotto che ha enormi vetrate che si affacciano sul giardino. Ci sono scaffali pieni di libri ovunque, un pianoforte e un scrittorio troppo piccolo per scriverci romanzi che infatti scrive nello studio di Bloomsbury. Di sé dice di essersi scoperta divertente, il che le appare piuttosto strano essendo sempre stata piuttosto incline alla tragedia. Ma quando ha scelto un finale divertente per il suo prima romanzo (una bellissima sorella sopresa dal marito nella vasca da bagno con l’amante) ha deciso che sarebbe diventata una persona diversa, e che questo era meraviglioso. Che la vita poteva esserlo.
E’ il denaro a metterla a disagio, la povertà, le ingiustizie della vita. E gli uomini, scrivere degli uomini, che ancora non capisce. Ha fiducia che un giorno tutto le si svelerà, dice. In molti si arrendono, e magari chissà capiterà anche a lei e allora si dirà che era stata solo un’illusione.
La massima attrazione per il comfort la provai nell’andare a letto… Dopo essermi svestita davanti a un caminetto a gas acceso senza motivo, gironzolai per la camera aprendo cassetti e guardando vecchi indumenti di cui avevo dimenticato l’esistenza e vecchie lettere, e me stessa nei grandi specchi di servizio. Poi mi infilai nel letto e mentre ero lì che leggevo tra le
lenzuola pulite e ben rimboccate, immersa in un piacere
zitellesco, mi chiedevo perché diamine detestassi così tanto
lo stare a casa mia.
Quindi . Cerchiamo di evitare di ridurre la vita e le persone a momenti e comportamenti isolati. Evitiamo stizze, impazienze, incomprensioni. Perdoniamo le chiacchere futili, gli ospiti irritanti. Non teniamo il punteggio delle offese e delle indiscrezioni. E così, forse, la famiglia, il matrimonio e la maternità smetteranno di apparirci gabbie per tante ragioni sbagliate, e ci sveleranno mondi insospettabili di realizzazione personale.
Mi hai decisamente incuriosita. Vedo di procuramelo in lingua per assaporare meglio lo scritto e l’atmosfera che descrive. Grazie della condivisione e buona giornata 🙂
buona giornata a te 🙂
eh hai ragione, i comportamenti altrui dovrebbero essere giudicati e accettati partendo dal contesto da cui hanno avuto origine, dalle esperienze fatte ecc. ecc. Ma è così difficile farlo sempre, soprattutto quando lo stesso interlocutore se ne dimentica e ti spara certe massime di vita…..
Eccellente 🙂
ma dai, non è che mi vuoi bene e stai esagerando?