Il maggio francese nel 1968 portò rabbia, violenza, entusiasmo, solidarietà, fantasia, creatività, filosofia indiana, hipsters, canzoni, slogan, messaggi. Ed emancipazione, soprattutto sessuale.
Il maggio francese, 45 anni dopo, ha avuto il suo primo matrimonio gay. Per le strade la polizia ha dovuto allontanare gli oppositori con i fumogeni, evitando così gli scontri fisici già visti in precedenti occasioni. Non è un caso che la cerimonia si sia svolta a Montepellier e non a Parigi. Qualcosa si direbbe non essere andato per il verso giusto. Hollande ha sbagliato le previsioni? Tornano in mente gli slogan del ’68. Tra i tanti
“Dopo l’odio, è tempo di parlare di amore”, hanno detto Vincent e Bruno prima di entrare in Municipio sulle note di Love di Nat King Cole. Si sa. I gusti sono gusti. Io, sarà per una questione generazionale, avrei scelto Tous les garcons et les filles di Francois Hardy.
Comunque sia quel che sia, alla fine che importa ? Vive l’amour! Vive la France!
Mais oui, vive la France. E’ proibito proibire, uno slogan che ha smosso una generazione e ne ha fatto sentire le conseguenze su altre che l’hanno preceduta . D’altra parte la Francia è nazione da molti secoli prima di noi, ancor prima della rivoluzione ufficiale. Speriamo per il nostro futuro. Io personalmente non vedo necessario arrivare alle “nozze”, basterebbero dei patti ufficiali e delle norme paritarie. Però, a chi ci tiene, vive le mariage.
oui, ça va sans dire…