La buona educazione

“Giudico le trasmissioni televisive sulla gastronomia, sia ministeriali, sia private, pessime, solo capaci di ripercorrere, in modo pedissequo e avvilente, percorsi già percorsi”.Luigi Veronelli (1974)

Condivido e anzi oggi aggiungerei eccessivamente numerose. Un rumore assordante di piatti, stoviglie, ingredienti, sapori…quasi una bulimia di cibo per il corpo che impedisce di vedere la carenza di forma intesa come buone maniere che si direbbe abbia la meglio nei ristoranti sempre troppo affollati anche in tempo di crisi. E non ditemi che la forma in tempo di crisi è velleitaria. Il recupero di una certa forma si è vista ad esempio nella moda, dove anche la crisi ha contribuito a ridimensionare la moda tutta ori e lustrini. Si fa largo una nuova categoria i “metropuritani” che recuperano il gusto di vestirsi adeguatamente nelle varie occasioni. Per quanto riguarda la tavola, visto che dal  cibo siamo  partiti , si riscopre il gusto di ricevere in casa. Le signore si sbizzarriscono nella decorazione della tavola, i mariti servono gli aperitivi. Tutti, invitati, compresi sono coinvolti nel trasformare una qualsiasi cena in un momento a suo modo indimenticabile fatto di mille attenzioni, atmosfera e perché no anche buon cibo recuperando vecchie ricette, e molto altro.Insomma la vera rivoluzione oggi sta nelle regole e nella buona educazione.

E se negli Stati Uniti è legalmente riconosciuta la prima  scuola di buone maniere creata da Dorothea Johnson, in Italia ci si affida ai molti corsi che vanno lentamente  diffondendosi in varie città.  Perché non tutti le regole non le hanno acquisite con la nascita ma si può essere comunque disinvolti e inappuntabili anche imparandole.

madame est servieHo trovato proprio per questo motivo estremamente “rivoluzionario” anche se all’apparenza molto tradizionalista (e qui si torna all’equivoco +forma – sostanza) il libro di Caterina Reviglio Sonnino “Madame est Servie”, pubblicato da Liber-faber,  che ha ricevuto dall’Accademia Gourmande di Édouard Cointreau, il Best Cookbook Award 2012, nella categoria Special Awards, Prestige Awards. E’un libro (bilingue italiano e francese) essenzialmente sull’Arte della tavola, nel senso che oltre ad un’introduzione storica, offre indicazioni precise su come apparecchiare, sulla scelta delle portate, sulle diverse occasioni in cui ricevere. Ma soprattutto è un libro sul rispetto del prossimo che si manifesta anche nell’accoglienza dell’ospite e su tutto quanto possiamo mettere in campo per privilegiare la sua serenità, sull’emozione che una cena può trasmettere. Dà consigli per l’abbigliamento, sulla disposizione degli ospiti, sulla conversazione… e dà consigli anche agli invitati. Non pensate però ad un noiosissimo manuale di buone maniere. Il libro è corredato da immagini molto belle cui ispirarsi per l’allestimento della tavola, ha un formato agevole che consente di consultarlo velocemente. Può diventare anche un gradito dono per una giovane coppia di sposi.

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L’Autrice,  torinese,  da oltre dieci anni vive nel Principato di Monaco, dove ha costituito la società che porta il suo nome, si occupa di wedding design, organizzazione, decorazione e scenografia di ricevimenti ed opera nel Principato di Monaco, in Italia e in Francia.

caterina

Perché concentrarsi sulle buone maniere proprio  adesso? «La buona educazione è uno scudo che ci protegge da un mondo difficile», dice lo storico Frederickc Rouvillois, autore de «L’histoire de la politesse», ed. Flammarion). Perché non basta adottare uno stile Bon chic bon genre per acquisirne anche i modi. Lo stile va oltre le apparenze, è un tutt’uno con il modo in cui lavoriamo, viviamo,  ci relazioniamo con gli altri: è l’aurea che riusciamo a creare intorno a noi.

La buona educazione è frutto di un lavoro lungo e difficile: comincia da quando si muovono i primi passi incerti e dura tutta la vita; né  è mai perfetta, perché, se si vivesse di più, si avrebbe sempre da imparare.

E’ in questo che si propone di aiutarci Madame est Servie. Perché non accettare?

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5 risposte a La buona educazione

  1. londarmonica ha detto:

    La buona educazione è sempre un ottimo biglietto da visita, se poi è accompagnato anche da una bella forma il tutto diventa classe. Mi ricordo di un libro di mia nonna che spero in un futuro molto lontano di ereditare dai miei genitori, di economia domestica. All’interno trovi tantissime ricette, le regole di come preparare un pranzo/cena o altro, come invitare le persone, come disporle attorno al tavolo, come apparecchiare, come servire e molto altro ancora. Un libro d’altri tempi 🙂

  2. cinziarobbiano ha detto:

    ne conservo anch’io qualcuno, trovo siano straordinari. e buona educazione allora… 🙂

  3. Grazie cara Cinzia di questo articolo, di buone maniere ne abbiamo parlato tante volte nei nostri piacevoli incontri e la pensiamo nello stesso modo. Le buone maniere nascono, nel Medio Evo, dall’esigenza del rispetto del prossimo e quanto ne abbiamo bisogno oggi di rispetto! Caterina

    • cinziarobbiano ha detto:

      Vero Caterina, proprio in questi giorni sto combattendo una battaglia che in fondo si può sintetizzare proprio in quello. Ci vediamo a Genova il 9 da Radiff, e farò attenzione per qualche piccolo dettaglio sfugge sempre. Grazie per i tuoi sempre utili consigli.

  4. Pingback: Far di baldoria un’arte. Imparare si può. | occhimentecuore

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