Cercavo un pretesto per parlarvi della relazione tra Lenin, l’Ucraina e John Lennon. Me l’ha fornito mio figlio con suo messaggio WA: Il Prof. … ci sta facendo vedere un mattone russo di Dziga Vertov, un maestro del cinema di propaganda Leninista degli anni ’20. Ora mi alzo e faccio come Fantozzi…
Fantozzi e la Corazzata Potemkin
Tornando alla cinematografia seria, anche se Fantozzi è ormai diventato un classico, Dziga Vertov in realtà è lo pesudonimo di David Abelevič Kaufman, regista russo ebreo nato nel 1896 e morto nel 1954. Fu un personaggio complesso: regista, sceneggiatore, teorico del cinema ma anche poeta. Il suo psuedonimo è mediato dal Futurismo : in Ucraino significa “vertice rotante”. Fu dapprima regista di propaganda poi elaborò una sua teoria, più esplicitamente esposta nel film-manifesto del suo movimento Kinoglaz (1924): riprendere con assolutà fedeltà la realtà affidando alle solo immagini il ruolo di veicolare il messaggio. Questa sua posizione lo rese inviso naturalmente allo Stalinismo ed ebbe un lungo declino. Di lui rimangono comunque opere notevoli: L’uomo con la macchina da presa (1929), Sinfonia del Donbasso/ Entusiasmo (1939) e Tre canti su Lenin (1934).
Comunque, superato il primo momento di smarrimento, lo studente ha iniziato uno scambio di messaggi con Mr Tower, profondamente legato come sapete alla Grande Madre Russia, conclusosi con la dichiarazione “E’ disarmante quanto il montaggio sia attuale. L’ho notato subito“. Ed è stato tutto un susseguirsi di cuoricini e via così…
E’ invece intenzionato a tagliar più possibile i ponti con la Russia il Presidente Ucraino Poroshenko. Una legge quadro, approvata nel 2015, vieta la simbologia comunista e nazista e un migliaio di cittadine e villaggi ucraini dovranno, entro il 2016, adottare nomi neutrali. Il governatore della Transcarpazia, Ghennadij Moskal, in base alla legge sulla “decomunistizzazione”, ha rinominato via Lenin in via John Lennon.
Del resto, pare che la prima picconata al Cremlino, l’abbiano data proprio i Beatles diventando un mito per una generazione che non ne poteva più della propaganda e della musica “politically correct”. Si vagheggiò anche di un concerto in territorio siberiano. Ma i Beatles non suonarono mai in Russia (lo fece Paul MacCartney nel 203 sulla Piazza Rossa). Nonostante ciò la loro musica ebbe un’influenza enorme su un’intera generazione di giovani che attraverso le loro canzoni impararono l’inglese, e sognarono un mondo diverso.
Le copie pirata dei loro dischi vennero distrutte dalle autorità, e nacquero gruppi musicali che tentavano di imitare il qartetto inglese. In pratica i Beatles contribuirono non poco a preparare il tessuto culturale favorevole alla caduta del muro di Berlino.
A tale proposito il regista Leslie Woodhead realizzò per la BBC il documentario How the Beatles Rocked the Kremlin. The Untold Story of a Noisy Revolution.
Insomma, qualcuno riderà della scelta di Poroshenko , a qualcuno sembrerà un piccolo atto di guerra . Bisogna riconoscergli di essere un sognatore. But he’s not the only one…
« Abbiamo alzato ora la bandiera bianca della resa; innalzeremo più tardi, su tutto il mondo, la bandiera rossa della nostra rivoluzione » cit. Lenin
Non avrei proprio saputo unire Lenin a Lennon e devo dire che il cambio nome è significativo