Il mondo intero si è indignato per l’uccisione del leone Cecil. Qualcuno ha evocato per il dentista americano l’impiccagione. Sapete cosa ne pensa Goodwell Nzou, uno studente Zimbawese che frequenta un’università Americana? Se ne rallegra. Un leone in meno è una minaccia in meno per una famiglia come la sua. Quando ha scoperto che l’uccisore era il considerato il cattivo della coppia, il suo entusiasmo si è affievolito: la considera una delle contraddizioni culturali degli Stati Uniti sperimentata nei 5 anni di studio nel Paese.
Gli Americani che hanno firmato le petizioni – sostiene – sembrano dimenticare che i leoni uccidono le persone. Che la sollevazione di animi è tutta un’operazione mediatica in cui Jimmy Kimmel, conduttore televisivo che si è prodotto in una commovente appello, ha forse confuso Cecil con Simba, il protagonista del Re Leone.
Nel villaggio del giovane, circondato da riserve per la conservazione della fauna selvatica, nessuno ha mai amato un leone tanto meno gli ha attribuito affettuosi soprannomi: continua a considerarlo un motivo di terrore. A sostegno di ciò racconta che quando aveva 9 anni, un leone solitario si aggirava intorno al suo villaggio uccidendo animali. Ai bambini era proibito andare a scuola da soli, giocare fuori di casa, e uomini armati di macete accompagnavo le donne a prendere l’acqua nel fiume o la legna nel bosco. Anche un suo zio era stato attaccato, rimettendoci una gamba. La presenza del leone aveva ucciso la vita sociale del villaggio: nessuno più si attardava in chiacchere intorno al fuoco la sera, o faceva visita ai vicini. Quando finalmente venne ucciso nessuno si chiese da chi, se illegalmente o per legittima difesa, nessuno pianse: ci furono canti e balli per la fine dell’incubo.
Proprio di recente un ragazzino di 14 anni che viveva in un villaggio accanto al suo è stato sbranato da un leone mentre dormiva in un campo della sua famiglia per proteggere il raccolto dalle distruzioni degli ippopotami e degli elefanti. La morte di Cecil non ha impietosito neppure i residenti nelle città anche se vivono lontano dal pericolo. E sono in fondo cosi pochi: la rendita media degli abitanti è di 150 $ al mese.
Non vuole comunque essere frainteso: gli animali per i clan familiari hanno un significato mistico. La sua famiglia ad esempio ha come animale antenato l’elefante quindi non mangerebbe mai carne di elefante, che equivarrebbe a mangiare carne di un parente. Ma ciò non impedisce loro di cacciarli quando il rischio è di essere cacciati. Lui, tra l’altro, ha perso una gamba ad 11 per il morso di un serpente.
Insomma tutto il gran parlare di questo fatto viene considerato dagli abitanti dello Zimbawe un circo (in un decennio “romantici cacciatori stranieri” hanno ucciso circa 800 animali selvatici per dimostrare quanto sono abili) e lo stesso Governo accusa gli Stati Uniti di voler far apparire il paese “un mostro”. Gli Americani, che non sanno trovare lo Zimbawe su una carta geografica ma applaudono per la richiesta di estradizione del dentista, ignorano ad esempio che un cucciolo di elefante è stato ucciso per il banchetto in occasione del compleanno del Presidente.
Gli abitanti dello Zimbawe scuotono la testa e si domandano perché agli Americani, e non solo a loro, prema così tanto la vita di un leone e non quella delle persone. Conclude ammonendo gli Americani: non diteci cosa dobbiamo fare con i nostri leoni quando nel vostro paese avete autorizzato la caccia dei leoni di montagna fin quasi all’estinzione. Non criticateci per il disboscamento delle foreste quando avete trasformato le vostre città in giungle di cemento.
Conclude con una richiesta, che riguarda tutti: non fatemi le condoglianze per Cecil a meno che non siate disposti a offrirmi il vostro cordoglio per gli abitanti dei villaggi uccisi dai suoi fratelli, dalla violenza e dalla fame.
Touchè.
Se volete raccontare una fiaba di leoni cattivi, villaggi africani e bambini allora Pik Badaluk è quello che ci vuole http://www.edizioniel.com/DB/scheda.asp?idl=3824
Circo mediatico. Come al solito.
Grazie per questo post perché mi hai dato modo di vedere l’altra faccia della medaglia!
A me è servito a riportare tutto a un certo realismo. Sono felice tu l’abbia gradito.
Circo mediatico. Al solito.
Grazie per questo post perché mi hai dato modo di conoscere due facce di una stessa medaglia: un approfondimento necessario 😉