L’ultima volta che vidi Parigi era anche la prima. E non mi è piaciuta. Ma come? …eeehhh, è andata così. Già me lo sentivo infatti l’ho lasciata sempre un po’ indietro. Io la fissa ce l’ho per il Regno Unito, isole dell’Isola comprese. Poi gli USA, l’India, Roma, i posti sperduti…insomma un mix e match che io stessa spesso non so come conciliare. Ma la France , diciamolo, tranne alcune cose, non è che proprio mi faccia impazzire: non la prenderei in blocco, ecco…
Comunque, ce l’avevo messa tutta se non fosse che altri, o meglio altre, ce l’hanno messa tutta per farmela andare di traverso. Cosa mi ricordo e che mi è piaciuto? Il Marais e le vetrine di Hermes, e i piccoli e grandi giardini. Anche il Lungo Senna, ma non proprio tutto. Insomma, cose separate dall’insieme, soprattutto dal troppo traffico…Sulla Tour Eiffel non son salita ma per fare una cosa molto molto turistica (almeno una cosa abominevole la faccio sempre) sono stata al Crazy Horse. Visto come andava l’umore non sono stata alla mia libreria preferita Shakespeare & Co. per non rovinarmene il ricordo per sempre e proprio per come andava l’umore sono stata al Tunnel dell’Alma a porgere il mio omaggio alla vittima delle vittime dei triangoli.
Comunque un tributo a Paris lo rivolgo spesso. Sosto ammirata ma anche un po’ malinconica davanti alle vetrine di L’ultima volta che vidi Parigi, ispirate alla Parigi degli anni ’50 (quella del film) che originò mostri sacri, icone e perdigiono, ricchi e squattrinati, appartamenti lussuosi e tappezzerie sbrecciate, ombre vivaci su sfondi fané. Più che gente sembrano foulard, per dirla alla Paolo Conte…
Mi dico sempre che le darò un’altra chance ma il momento non è ancora arrivato. Per ora, da casa, mi delizio con i video che Roger Vivier mi recapita gentilmente nella mail. Ines de la Fressange, it girl per quelle della mia età, vagabonda per gli arrondissement e mi mostra i suoi oh so-Ines! indirizzi segreti
e mi consolo con un cd di Carla, che non ho mai considerato italiana neppure quando è divenuta Premiere Dame…
Et qu’on soit de Londres ou de Hong Kong, qu’on soit trois feuilles
ou shu-bang
Qu’on soit djellabah ou sarong, try for a little french song
Quand les méchants sonnent leur gong
Moi ie chante une little french song
bello
Grazie 😀