Un cappellaio matto e le bambole vedove: credevo fosse il Carnevale, e invece…

Vi ho raccontato di essere stata a Milano, dove sono stata , e lo dico a mia discolpa, anche in Via della Spiga.  Sono stata da Michael Kors dove giovani donne investivano mesi di risparmi nella Selma primavera estate e ho curiosato nel negozio appena aperto, e deserto, di Tory Burch rifiutando un caffè gentilmente offerto dal personale. Ho curiosato oltre la vetrina di Tiffany  https://eyesmindandhearthaboveall.wordpress.com/2015/02/11/tiffany-se-non-e-amore-e-guerra/e mi sono innamorata di un paio di Mary Jane di MiuMiu.

DSCN4247-001Anche delle vetrine di Dolce & Gabbana, un po’ ridondanti diciamolo, ma tutte quelle azalee mi hanno messo allegria. Non ho capito bene il tema della stagione entrante, a metà tra la Sicilia e il Tirolo, almeno a me è parso così, a giudicare dalle decorazioni di sedie e tavolini. Invece pare si tratti di fusion tra Sicilia e Spagna, Sangue e arena, per l’esattezza. Per maggior esattezza citano il periodo della dominazione spagnola in Sicilia (1516-1713) : giuro che non li facevo così eruditi. E chiedo scusa.

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Poi, non ricordo più se prima o dopo,  mi sono bloccata davanti alle vetrine di Alan Journo, di cui ignoravo l’esistenza. E qui confesso di non aver capito “di cosa si occupasse”, per fare quella che la prende alla larga. Ho pensato fosse un sexy shop, di lusso ovviamente, infiocchettato per “omaggiare” l’uscita nelle sale de Le cinquanta sfumature di grigio. O il Carnevale, che so…Invece no, il signor Journo disegna e vende cappelli. Cappelli per signora, per intenderci. Se li può permettere solo Anna Dello Russo,  consulente creativa di Vogue Japan, e poche altre. Il che da un lato mi rassicura.

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Ho svoltato poi in via Manzoni che da un certo punto di vista ho trovato più elegante, less is more,  e decisamente rilassante, e ho ritrovato Milano, con le sue sfumature di grigio. Sino alle vetrine di un altro Dolce & Gabbana, colme di  bambole vedove. Sì, avete capito bene…bambole vestite come le vedove a cui si ispirano in certe collezioni. A chi abbiano pensato onestamente non lo so. Si vestono ancora di nero le donne siciliane in lutto? se sì che taglia portano? indossano il tacco 12? portano rosari al collo? ho una sola certezza: che non si siano ispirati alle donne di casa loro.

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Semmai, ci ho intravisto una certa iconografia della vedova di mafia, ma del Boss, non della vittima. Il prodotto del Sangue e Arena di cui sopra. E non le ho trovate divertenti. E un regalo del tutto inadatto ad una bambina. A meno che non le si voglia insegnare che ci sono offerte che è meglio non rifiutare: la vedovanza, da ricche, si sa,  è meglio.

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