Ci siamo arrivati dopo aver percorso la Valle di Lanaito, e ci è sembrato un viaggio nel tempo. E perché no nella civiltà. Nella civiltà fatta di fatiche (basti pensare alla strada costruita ciotolo per ciotolo), isolamento, ordine e ritmi scanditi dalla natura. Dall’alto la vista sulla valle è mozzafiato, mi ha ricordato i lunghi viaggi dei pionieri fatti nelle sconfinate praterie e poi finalmente le valli fertili, il fiume a cui attingere l’acqua e la scelta di un luogo che sarebbe diventato casa.
Provate ad immaginare la Sardegna (con tutto quel che vuol dire) e la Barbagia, e una tenuta di campagna nel cuore di un parco silenzioso, percorso da vialetti in pietra all’ombra di nespoli e lentischi, cortili ombreggiati da ulivi, un persistente profumo di mirto e rosmarino che si mescola ai sapori delle cose buone del passato.
Per quanto vi possiate avvicinare alla realtà, mai riuscirete a immaginare cosa sia Su Gologone, non a torto definito Experience Hotel e ormai leggenda dell’ospitalità sarda. Perchè la “tenuta di campagna” offre in realtà un livello di comfort eccezionale insieme alla possibilità di vedere in una sola volta il meglio dell’arte e dell’artigianato della regione: una collezione d’arte sarda, tra le più importanti al mondo, creata con impegno e dedizione, e di cui molti pezzi sono regolarmente venduti a musei di tutto il mondo. L’artefice di tanta meraviglia la famiglia Palimodde, proprietaria della struttura dagli anni ’60.
Che non si è limitata a raccogliere opere d’arte, ma creando il marchio Su Gologone Style ha consentito ad artisti e artigiani locali di occupare spazi all’interno del parco con le loro botteghe e di mettere in vendita le loro realizzazioni nella bottega dove, credetemi, si vorrebbe poter comprare tutto.
Gli spazi sono determinanti a Su Gologone perché ogni angolo richiama ad un aspetto della civiltà sarda e viene utilizzato per creare eventi a tema. Alla Terrazza dei sogni, dove la vista si sofferma sul Monte Corrasi (qui, nel 1966, John Huston girò alcune scene del kolossal “La Bibbia”, con Ava Gardner) si fanno letture del cielo stellato.
Sulla terrazza in legno del Bar Tablao, con vista sul Gennargentu, che all’ora dell’aperitivo diventa rosa, è bello indugiare prima di andare a cena.
Il ristorante di Su Gologone è un vero e proprio tempio del gusto. Attorno al grande camino secolare o nella terrazza affrescata da cascate di fiori si può godere, a seconda della stagione, delle prelibatezze sarde che una volta erano riservati per le occasioni speciali. Un patrimonio di cultura gastronomica reso possibile dalla eccellenza dei prodotti alimentari della terra di Oliena. Il menu, ispirato ai romanzi di Grazia Deledda, è anche uno stimolo a riscoprire l’Autrice: si nutre così il corpo e anche la mente. E i prezzi, credetemi, sono molto molto ragionevoli, rispetto al resto dell’Isola per non parlare del Continente.
Sempre in ambito letterario gli amanti di Tex (ditemi che non è un classico) troveranno uno spazio dedicato a loro. Il Cactus Garden è dedicato ad Aurelio Galleppini, il disegnatore di origine sarda di che senza uscire dall’Italia seppe ricreare gli ambienti texani prendendo spunto dalla natura dell’isola.
In un cortile esterno vengono opsitate cene a tema: è possibile guardare la preparazione del pane carasau e mangiare salumi e formaggi.
Nelle botteghe si trovano gioielli, set di piatti e bicchieri colorati tessuti tipici e cuscini, ceramiche e molto altro. Volendo limitare il budget si possono comprare i sacchetti profumati agli aromi della natura del luogo: noi li teniamo accanto al divano e la sera o nelle tristi giornate invernali ne aspiriamo a fondo il profumo. Perché, diciamocelo, in tempi come questi, poveri e barbari, il vero lusso sono le atmosfere.
Ogni giorno le guide accompagnano gli ospiti, con Land Rover, Quod, biciclette, canoe, cavalli e a piedi, attraverso i sentieri selvaggi del Supramonte con la sua pietra calcarea bianca e ad un passo dal cielo, o alla spiaggia di Cala Cartoe dal mare cristallino.
E se volete solo guardare, sappiate che a Su Gologone è possibile. Non è necessario cenare, dormire o altro. Basta varcare la soglia che troverete aperta. Il luogo ispira silenzio, cortesia, ospitalità.
Intorno a voi si muoveranno silenziosamente i custodi di questa meraviglia. Si lascia Su Gogolone pensandola casa. Pare lo abbia detto anche Madonna.
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