Credevo fosse vintage e invece….

…e invece è retrò…Delusa? beh…insomma…ci dormo la notte. A pensarci bene,  avendo la tendenza a stare alla larga dalle tendenze il fatto di avere capi, e quindi essere,  retrò forse mi lusinga: abbastanza vecchia da possedere cose ormai diventate quasi uniche ma non troppo per non fare “baule della nonna”, o “solaio da svuotare”. Che poi l’unicità, nel mio caso,  non deriva dal fatto di essere esclusivi, semmai da una certa mania a non buttar via niente. Cosa che per alcuni capi  feci al momento del trasloco, e ancora me ne pento….

Comunque l’idea di dedicare un post al vintage mi è venuta dalla lettura, non ancora terminata ma posso già dirvi che val di più dell’apparenza,  di Vintage Dream di Erica Stephens, pubblicato da Garzanti. In breve: Amanda, giovane proprietaria di una boutique di abiti vintage, trova in un vecchio manicotto un diario, appartenuto ad Olive, vissuta agli inizi del ‘900 a New York. Olive le insegnerà a lottare, come è destino di molte donne, per la propria indipendenza, per la conquista dell’amore e della felicità  La solita ennesima cavolata, direte voi. Beh, devo dire che l’ho pensato anch’io ma divagando, come è mio solito, ci ho trovato tanti spunti interessanti sulla New York di quegli anni, sui designers legati al mondo dell’arte, sulle rivendicazioni femminili e insomma molto altro.

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L’autrice, il cui vero nome è Stephanie Lehmann, non è un’ esordiente, come ci viene detto dall’editore italiano:questo è il suo quinto romanzo che nell’edizione originale americana  ( Astore Place Vintage) comprende alcune foto, 12 per l’esattezza, raccolte da Erica/Stephanie durante la sua ricerca, e una folta bibliografia che lo rendono anche saggio di costume, psicologico e storico…

E qui aprirei una polemica con Garzanti che “opziona” per noi italiane le soluzioni più banali, come ho già fatto per  https://eyesmindandhearthaboveall.wordpress.com/2013/08/26/il-dolore-degli-altri-perche-no/ .

E ora che son qui? spero di avervi indotto a leggerlo. Personalmente rifletto una volta di più sul perché non mi sono separata mai da alcuni abiti, o accessori. Molti hanno conservato nel tempo il ricordo di un’occasione, un sentimento, un luogo … non sempre felice ma comunque importante. Importante a prescindere, dal vintage o dal retrò…alcuni di quelli che ho comprato perché “vintage” non li ho mai indossati, alcuni li ho rimessi in circolo, consapevole che non sarei mai stata a mio agio nei panni di un’altra.

Ed ora una piccola selezione del mio vintage/retrò in mood newyorkese…

DSCN8235-1

Piumino da sera a “pipistrello” di Dolce & Gabbana, comprato per il capodanno newyorkese…ma davvero facevo queste cose?

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Bustier da sera di Christian Dior comprato al The Green Flea Market sulla Columbus…perchè? per l’etichetta? per i bottoni? ancora non so…

 

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