Dall’Italia all’Azerbaijan passando per la Turchia pare evidente che tutti o quasi diamo credito agli amuleti. Il nazar boncuğu o occhio del diavolo è uno di questi. Se ne vedono un po’ ovunque: sulle riviste, sulle ali degli aerei, cuciti sugli indumenti dei neonati. Come sulle scarpine fatte a mano che ho comprato a Lahic per Carolina, mamma in attesa.
E’ in vetro blu, colore che respinge la sfortuna, con all’interno un cerchio bianco, uno azzurro e uno nero. E’ diffuso in tutto il Mediterraneo. In Turchia ha la sembianza di occhio per restituire al diavolo lo sguardo malefico. Nelle regioni Arabe è diffuso con il nome di hamza, la mano di Fatima, che lo ha nel suo palmo.
Nella tradizione ebraica la mano di Fatima è conosciuta come la mano di Miriam. E’ un amuleto ambivalente, comune alle due religioni. Come l’occhio del diavolo del resto. E la città di Quba ne è la perfetta rappresentazione: musulmani ed ebrei vivono pacificamente su due sponde diverse di un unico fiume. Uniti da un ponte e da un occhio del diavolo, che evidentemente serve a preservare, eventualmente, dallo sguardo malefico dell’altro.
Maggiori informazioni le trovate su Poemas del Rio Wang
Ma sai che ho un ciondolo simile, ma non sapevo che avesse questa funzione. Amuleti e talismani sono sempre stati presenti nella vota dell’uomo e il progredito occidente non ne è. .. Immune 🙂
ora che lo sai avrà pià potere 🙂
Meno male 🙂
Anch’io ne posseggo uno che mi è stato portato dalla Turchia.
Vedi…piano piano saltano fuori 😏