Sosta a Istanbul sulla via per l’Azerbaijan. Scegliamo un albergo a Sulthanamet, a due passi dalla Moschea Blu. Dalla terrazza dell’albergo la si vede benissimo.
Abbiamo poche ore, vediamo i fondamentali ma mi faccio l’idea che Istanbul sia ormai troppo turistica per i nostri gusti. E troppo West oriented, al di là delle apparenze.
Dalle vetrine occhieggiano decine di borse dei migliori marchi internazionali. False naturalmente ma praticamente perfette. Vengono vendute in piccole botteghe, ammassate una sull’altra, o in eleganti negozi, nel tentativo di mostrarle nei loro ambienti originali , ma è appunto un’illusione: per 25 Euro ti porti via una Michael Kors che pare essere il brand più desiderato. La tentazione viene ma viaggiamo con bagaglio a mano ed è praticamente impossibile.
A dir la verità più delle Michael Kors mi sarei comprata quello che per me rimarrà il “burqa zaino“. Il proprietario del negozio non era disponibile a spiegarne origini e ragioni ma ho approfittato di una distrazione per scattare la foto che ne prova l’esistenza.
E’ decisamente inquietante: lo sguardo non è dei più rassicuranti, fin troppo espressivo. Nulla a che vedere con l’impenetrabilità dello sguardo delle donne velate. Mi sento di dire con convinzione che non si tratti di un prodotto occidentale. I marchi più famosi prestano molta attenzione a non urtare la sensibilità di quella parte di mondo da quando si sono instaurate proficue relazioni eonomiche. Louis Vuitton ad esempio ha espresso pubblicamente il proprio disappunto e ha ribadito la propria estraneità nei riguardi dell’illustrazione che riproduco qui sotto, pubblicata a commento di un articolo di Graham Fuller , estratto dal suo libro”A world without Islam”. http://grahamefuller.com/world-without-islam/
Appare evidente che un mondo senza Islam è praticamente impossibile. Così come la moda che lo caratterizza. Fioriscono le fashion bloggers arabe e la nostra moda da sempre trae ispirazione da quel mondo: pashmine, kaftani, turbanti.
E visto che così va il mondo, è necessario essere tolleranti, avere pazienza. Inshalla, insomma. Come pare suggerirci Jean Jullien, illustratore francese, in una sua opera.
Una sua mostra è stata inaugurata a Cremona il 9 luglio u.s. nell’ambito di Affiche, dalla galleria http://www.tapirulan.it/affiche/jean_jullien_2015/
E a proposito di arte: voi di Louis Vuitton potreste dire qualcosa per favore al signor Francesco De Molfetta, in arte Demo? Per non parlare di smalto e rossetto…
“Quanti cristiani vivono per apparire. La vita loro sembra una bolla di sapone. E’ bella la bolla di sapone! Tutti i colori ha! Ma dura un secondo e poi che?“ – Papa Francesco
Non la commento la statua. Ma il tuo post è pieno di curiosità.
La statua si commenta da sola. E la chiamano arte…